Un’ampia selezione dedicata a Renato Mambor, sarà ospitata da Tornabuoni Arte, nella sua sede di Firenze. La mostra ripercorre il lavoro poliedrico dell’artista, tra i più originali della scena europea. Mambor è stato uno dei primi a sconfinare dalla pittura verso altri linguaggi, come ad esempio la fotografia. Ha avviato una sperimentazione sul rapporto tra organismo e ambiente, tra arte e vita. Personalità eclettica, ha vissuto appieno la Roma della sperimentazione e dell’avanguardia.
Con Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Cesare Tacchi, Renato Mambor è tra le figure di primo piano della Scuola di Piazza del Popolo. La sua prima esposizione ha luogo nel 1959 alla Galleria “L’Appia Antica”. L’anno successivo lo si vede tra i vincitori dei Premi assegnati dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Di seguito, le sue opere vengono proposte, ripetutamente, negli spazi della Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Vive dal di dentro gli anni de La Dolce Vita, tanto da essere scelto da Fellini tra gli interpreti del film. Esperienza, quella del cinema, che lo ha visto impegnato in numerosi film e con diversi registi.
Renato Mambor e l’esperienza teatrale
Dopo il cinema, il teatro. Dal 1975 dirige il Gruppo Trousse, concentrandosi su una ricerca interiore, sugli aspetti cognitivi, emotivi dell’uomo. Per più di decennio è autore e regista di opere teatrali. Proprio nell’esperienza teatrale conosce la donna che diventerà sua moglie, Patrizia Speciale. Parallelamente si esprime con la fotografia e con performance, video e filmati.“Voglio fare di tutto, ballare, cantare, scrivere, recitare, fare il cinema, il teatro, la poesia, voglio esprimermi con tutti i mezzi, ma voglio farlo da pittore perché dipingere non è un modo di fare ma un modo di essere”. In una frase Mambor offre una precisa immagine del suo essere artista.
Alla pittura, l’amore di sempre, resterà infatti fedele sino all’ultimo. Mambor, negli oltre 55 anni di impegno artistico, ha rinnovato instancabilmente le forme e approfondito la conoscenza di sé.“Ho conosciuto e frequentato Renato Mambor” – ricorda Roberto Casamonti, titolare della Tornabuoni Arte – “ ogni volta stupendomi per quanto quest’uomo, per molti versi straordinario, sapesse creare vera arte ovunque e su qualsiasi cosa si applicasse. Era un artista che aveva l’urgenza di esprimersi e il coraggio di farlo con i media più diversi”.
Come leggere il lavoro di un’artista
Lo stesso Mambor sosteneva che il lavoro di un artista andrebbe letto e considerato innanzitutto a partire dall’oggi. In tale ottica, è stato naturale pensare a questa mostra considerando i lavori degli anni Sessanta. La mostra è arricchita da un volume monografico bilingue edito da Forma e curato da Federico Sardella con testi dello stesso Sardella, di Sara Uboldi e Patrizia Speciale Mambor, oltre una conversazione con Gianna Mazzini.
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